Che ci sia stata e che ci sia ancora aria di crisi è un fatto ormai assodato e confermato soprattutto dai dati Istat che hanno sottolineato che il settore più colpito è stato quello agro-alimentare.
In quest’aria di bufera però il mercato dei prodotti biologici tiene testa alle multinazionali. Un fenomeno certamente curioso se teniamo conto dello scetticismo del consumatore davanti ai prodotti biologici e alla loro dubbiosa qualità.
Uno dei maggiori ostacoli per lo sviluppo di un mercato agro-alimentare alternativo e biologico è stato infatti il prezzo di questi prodotti decisamente più alto e poco conveniente in un periodo di crisi.
Per questo motivo il mondo del biologico si presenta ancora con confini molto sfumati e poco chiari e anche se in forte ascesa stenta ad entrare nei consumi di massa. E’ però anche vero che il consumatore moderno preferisce comprare meno ma spendere bene e avere la certezza dei prodotti che metti in tavola.
Secondo Ismea l’agricoltura biologica è il settore alimentare a maggiore tasso di crescita con una media che oscilla attorno al 10 %- 20% annuo. L’Europa ed in particolare l’Italia detengono la percentuale più alta di esportazioni di prodotti biologici, cereali, agrumi ed olive.
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