Wang Shu, architetto cinese noto per l’impronta eco delle sue opere, si è aggiudicato l’edizione 2012 del Pritzker Prize, il premio Nobel dell’architettura. Si tratta quasi di una vittoria “in casa”, visto che la cerimonia di premiazione, che si terrà il prossimo 25 maggio, avrà in Pechino la propria location.
Coincidenza o scelta ben ponderata? Giudicando dalle parole espresse dall’organizzatore/fondatore del prestigioso premio, Thomas J. Pritzker, sembrerebbe proprio che si tratti di aprirsi alle nuove frontiere dell’architettura: “Il fatto che un architetto cinese sia stato selezionato dalla giuria rappresenta la consapevolezza del ruolo che la Cina giocherà nello sviluppo dell’architettura nel futuro e dell’importanza che lo sviluppo delle città cinesi rappresenta per questa regione e per il mondo intero.
L’architettura di Wang Shu apre nuovi orizzonti e allo stesso tempo ha a che fare con il contesto e la memoria. I suoi edifici hanno l’abilità di evocare il passato pur senza citare direttamente la storia“.
Tra le costruzioni più rappresentative dell’architettura eco-sostenibile di Wang Shu vi sono la biblioteca dell’Università di Suzhou (una vera e propria ipogea, per ridurre l’impatto sul paesaggio) e la China Academy of Art di Huangshou, il cui tetto è stato realizzato recuperando piastrelle di edifici destinati alla demolizione.
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