Il Comitato di gestione dell’ olio di oliva della Commissione Europea ha approvato la modifica al regolamento 1019/02 sulla commercializzazione dell’olio extravergine di oliva che riguarda l’estensione dell’obbligo per tutti i produttori dell’Unione Europea di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’olio extravergine di oliva.
La modifica in linee generali è coerente alla necessità di garantire una prima trasparenza da parte dei produttori e tutela del prodotto “made in UE” ed alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe.
Il Comitato di gestione olio di oliva della Commissione Europea approvando la modifica al regolamento 1019/02 riguardante l’etichettatura dell’olio di oliva, ha fatto un passo avanti per la tutela dei piccoli produttori di olio ma non è ancora abbastanza, benchè sia una svolta rilevante per gli olivicoltori italiani.
Intanto la modifica al regolamento 1019/02 sulla commercializzazione dell’olio di oliva interpreta il bisogno di sicurezza e trasparenza dei cittadini e di combattere le truffe. Una necessità per un paese come l’Italia che nel 2008 (stima Coldiretti) ha importato circa 500 milioni di chili di olio di oliva che in assenza di etichettatura si “confondono” con la produzione nazionale che è stata pari a poco più di 600 milioni di chili, in aumento del 10% rispetto allo scorso anno e di alta qualità. Una situazione che, secondo la Coldiretti, ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi pagati agli agricoltori che sono crollati del 30% al di sotto dei costi di produzione mettendo a rischio il futuro del settore.
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