Il biologico

In questi ultimi anni si è assistito all’affermazione nel lessico comune di parole la cui piena comprensione richiederebbe una conoscenza tecnica e scientifica particolare. Biotecnologie, ingegneria genetica, organismi geneticamente manipolati (OGM), e clonazione, parole divenute d’uso quotidiano, sono gli esempi evidenti che il parlare comune è influenzato dal contesto di sviluppo della società, anche se molto spesso i termini sono usati in maniera impropria.
Queste parole emergono da uno dei dibattiti pubblici più sentiti in questi ultimi anni, che riguarda la creazione di nuovi alimenti prodotti dall’applicazione di moderne tecnologie di ingegneria genetica.

Piante geneticamente manipolate, tra cui patate, mais, soia, colza, tabacco e cotone, sono coltivate negli Stati Uniti sin dagli inizi degli anni Novanta. E’ solo con l’immissione delle piante transgeniche sul mercato europeo che, nella seconda metà degli anni Novanta, nasce l’opposizione pubblica ai cibi manipolati. La maggioranza dei consumatori è stata colta da un’avversione inconscia e irrazionale, data più dall’incomprensione dei fenomeni di cui si parlava che dalla convinzione ragionata della loro pericolosità.

Gli alimenti modificati geneticamente provengono da piante e animali a cui gli ingegneri genetici hanno modificato il patrimonio genetico. Un alimento si definisce modificato geneticamente se i suoi ingredienti contengono geni modificati. La sigla OGM sta ad indicare l’espressione organismi geneticamente modificati cioè esseri viventi a cui è stato modificato il DNA. Il biologico non prevede l’uso di OGM. Gli OGM sono stati presentati al pubblico come un fenomeno inevitabile dello sviluppo, in grado di debellare la fame nel mondo, ridurre l’inquinamento ambientale e sconfiggere il cancro. In realtà, allo stato attuale delle cose, gli OGM in campo agroalimentare hanno prodotto solo danni ambientali ed economici inattesi. L’opposizione dei consumatori europei verso l’uso di OGM in campo alimentare ha spinto le autorità a studiare un sistema di etichettatura dei prodotti che potesse servire come strumento per la libera scelta del consumatore.In questi ultimi anni si è assistito all’affermazione nel lessico comune di parole la cui piena comprensione richiederebbe una conoscenza tecnica e scientifica particolare. Biotecnologie, ingegneria genetica, organismi geneticamente manipolati (OGM), e clonazione, parole divenute d’uso quotidiano, sono gli esempi evidenti che il parlare comune è influenzato dal contesto di sviluppo della società, anche se molto spesso i termini sono usati in maniera impropria.
Queste parole emergono da uno dei dibattiti pubblici più sentiti in questi ultimi anni, che riguarda la creazione di nuovi alimenti prodotti dall’applicazione di moderne tecnologie di ingegneria genetica.

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In questi ultimi anni si è assistito all’affermazione nel lessico comune di parole la cui piena comprensione richiederebbe una conoscenza tecnica e scientifica particolare. Biotecnologie, ingegneria genetica, organismi geneticamente manipolati (OGM), e clonazione, parole divenute d’uso quotidiano, sono gli esempi evidenti che il parlare comune è influenzato dal contesto di sviluppo della società, anche se molto spesso i termini sono usati in maniera impropria.
Queste parole emergono da uno dei dibattiti pubblici più sentiti in questi ultimi anni, che riguarda la creazione di nuovi alimenti prodotti dall’applicazione di moderne tecnologie di ingegneria genetica.

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Piante geneticamente manipolate, tra cui patate, mais, soia, colza, tabacco e cotone, sono coltivate negli Stati Uniti sin dagli inizi degli anni Novanta. E’ solo con l’immissione delle piante transgeniche sul mercato europeo che, nella seconda metà degli anni Novanta, nasce l’opposizione pubblica ai cibi manipolati. La maggioranza dei consumatori è stata colta da un’avversione inconscia e irrazionale, data più dall’incomprensione dei fenomeni di cui si parlava che dalla convinzione ragionata della loro pericolosità.
Gli alimenti modificati geneticamente provengono da piante e animali a cui gli ingegneri genetici hanno modificato il patrimonio genetico. Un alimento si definisce modificato geneticamente se i suoi ingredienti contengono geni modificati. La sigla OGM sta ad indicare l’espressione organismi geneticamente modificati cioè esseri viventi a cui è stato modificato il DNA. I prodotti biologici non prevedono l’uso di OGM. Gli OGM sono stati presentati al pubblico come un fenomeno inevitabile dello sviluppo, in grado di debellare la fame nel mondo, ridurre l’inquinamento ambientale e sconfiggere il cancro. In realtà, allo stato attuale delle cose, gli OGM in campo agroalimentare hanno prodotto solo danni ambientali ed economici inattesi. L’opposizione dei consumatori europei verso l’uso di OGM in campo alimentare ha spinto le autorità a studiare un sistema di etichettatura dei prodotti che potesse servire come strumento per la libera scelta del consumatore.Piante geneticamente manipolate, tra cui patate, mais, soia, colza, tabacco e cotone, sono coltivate negli Stati Uniti sin dagli inizi degli anni Novanta. E’ solo con l’immissione delle piante transgeniche sul mercato europeo che, nella seconda metà degli anni Novanta, nasce l’opposizione pubblica ai cibi manipolati. La maggioranza dei consumatori è stata colta da un’avversione inconscia e irrazionale, data più dall’incomprensione dei fenomeni di cui si parlava che dalla convinzione ragionata della loro pericolosità.
Gli alimenti modificati geneticamente provengono da piante e animali a cui gli ingegneri genetici hanno modificato il patrimonio genetico. Un alimento si definisce modificato geneticamente se i suoi ingredienti contengono geni modificati. La sigla OGM sta ad indicare l’espressione organismi geneticamente modificati cioè esseri viventi a cui è stato modificato il DNA. I prodotti biologici non prevedono l’uso di OGM. Gli OGM sono stati presentati al pubblico come un fenomeno inevitabile dello sviluppo, in grado di debellare la fame nel mondo, ridurre l’inquinamento ambientale e sconfiggere il cancro. In realtà, allo stato attuale delle cose, gli OGM in campo agroalimentare hanno prodotto solo danni ambientali ed economici inattesi. L’opposizione dei consumatori europei verso l’uso di OGM in campo alimentare ha spinto le autorità a studiare un sistema di etichettatura dei prodotti che potesse servire come strumento per la libera scelta del consumatore.