Negli anni ’60 sorsero i primi gridi d’allarme contro l’invasione della chimica nell’agricoltura e nella vita d’ognuno. Si denunciavano gli effetti dell’uso dei pesticidi per combattere gli insetti nocivi e le malattie delle piante; la conseguente distruzione degli insetti utili; la necessità quindi di usare sempre più pesticidi; l’avvelenamento di uccelli e piccoli mammiferi molto utili per l’equilibrio ecologico; intossicazioni e malattie professionali da parte degli agricoltori; i rischi gravi per la salute dei consumatori; ed infine il rischio presente nelle fabbriche di pesticidi e la loro contaminazione dell’ambiente circostante.

Sul campo si usano concimi chimici, fitoregolatori, pesticidi, erbicidi. Nei magazzini si usano pesticidi, conservanti, prodotti per accelerare o rallentare la maturazione. Se poi gli alimenti passano anche per l’industria di conservazione, si aggiungono additivi, coloranti, conservanti.

E’ importante sapere come queste sostanze tossiche passano nel nostro organismo. Esiste un ciclo biologico, un anello ecologico, una catena alimentare:

a) abbiamo la luce solare, i vari elementi chimici, i composti organici e inorganici che formano

b) il 1° livello trofico dei produttori (autotrofi) e che sono le alghe e le piante verdi, che servono per

c) il 2° livello trofico dei consumatori (eterotrofi) che sono erbivori, carnivori, predatori,

d) infine il 3° livello trofico dei decompositori o demolitori (eterotrofi) che sono microrganismi come funghi, batteri, actinomiceti, protozoi, e che decompongono rifiuti e spoglie; cedono queste molecole al suolo e all’acqua e così il ciclo si chiude per ripetersi. Ecco come tutto ciò che immettiamo nel suolo, nell’acqua e nell’aria ritorna a noi.