La biomassa proveniente dagli scarti delle produzioni agricole, come quella delle patate, del frumento, delle carote, delle olive, dell’uva, dei pomodori e così via, viene utilizzata il più delle volte per scopi energetici all’interno delle bioraffinerie. Da questo tipo di produzioni si deriva la cosiddetta biomassa lignocellulosica, una biomassa di origine naturale composta da cellulosa, emicellulosa e lignina. La cellulosa e l’emicellulosa sono delle sostanze ricche di zuccheri che fermentati possono essere trasformate in biocombustibili e in composti chimici di alto valore. Un tipo di biocombustibile ottenibile dalla fermentazione di questi scarti è il biobutanolo, un biocarburante con una resa energetica migliore del bioetanolo, con un minore assorbimento d’acqua e una minore tensione di vapore. Inoltre questo biocarburante è miscelabile con benzina e gasolio a tutte le percentuali e può essere utilizzato anche nei motori tradizionali non modificati. L’unico handicap presente è il suo costo di produzione.
BIOMASSA ED ENERGIA
22 Gennaio 2015Scritto da Massimiliano Quintiliani
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