Cominciano a trovarsi in Italia alimenti tra cui soia, grano saraceno, riso e altri cereali made in China e certificati biologici.
La produzione biologica della Cina ha conquistato negli ultimi anni il secondo posto a livello mondiale con una superficie coltivata bio di oltre tre volte superiore a quella in Italia e nell’ultima riunione del Consiglio di Stato cinese è stata discussa ed approvata una mozione di indirizzo a favore di politiche sulla promozione dell’accelerazione dello sviluppo del settore biologico.

Per la Cina il settore biologico è considerato un pilastro nel campo dell’high-tech. Il governo incentiva le imprese biologiche, individuando quelle con più forti capacità d’innovazione e di competitività internazionale, per costituire la base del settore biologico nazionale.
Ma non mancano perplessità sulla qualità dei prodotti esportati: sono veramente bio? E secondo quali standard? Qual’è lo standard bio della Cina? Queste domande nascono dal fatto che le aziende cinesi ottengono le certificazioni da rappresentanti governativi cinesi e in base a quelle viene stabilito che il prodotto è biologico. Non vengono però fatti altri controlli e nemmeno la riverifica annuale.

Che dire? Teniamo alta la guardia e pretendiamo che sulle etichette sia dichiarata esattamente la provenienza del prodotto e l’azienda in cui è coltivato, altrimenti non acquistiamolo.