Nell’ultimo ventennio si era assistito al boom dei take away, pasti veloci e poco costosi, che con il loro profumi invitanti e sapori insoliti e stuzzicanti, hanno costituito per tantissime famiglie e in tante occasioni, un ottimo sostituto al casereccio, spesso, però, ai danni di linea e salute.
Da qualche anno si sta invece affermando una controtendenza, una crescente presa di coscienza del legame tra alimenti e salute, che ha fatto spostare la domanda verso alimenti di qualità e di provenienza certa e controllata. Tutto questo si è concretizzato in un’operazione di recupero dei prodotti tipici locali che, almeno nell’immaginario collettivo, spesso sono garanzia di “qualità” e “genuinità”, poveri di conservanti e additivi.
A seguito dell’emanazione del regolamento comunitario 2081/92 ad oggi, si è verificata una crescita esponenziale del numero di prodotti che hanno il riconoscimento DOP e IGP.
Legato al concetto di “mangiar sano”, è anche il recupero di cibi locali e tradizionali, una riscoperta dei sapori sani e semplici. Inoltre si fa sempre più strada il cibo biologico, aumentano anche i punti vendita dedicati, anche se al momento, risultano ancora poco “accessibili”, per una buona fetta della popolazione, per quanto concerne i prezzi.
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