Le materie prime che mancano in Italia vanno ricercate nel riutilizzo delle materie prime ricavate dai rifiuti.
La necessità di essere competitivi porta il nostro paese a modernizzarsi e a sondare tutte le possibilità offerte dalla modernità, il che ha portato nel 2010 al recupero di 34 milioni di tonnellate di materiale e ad una crescita del 40% della cultura del riciclo rispetto al 2009.
A darci queste informazioni è Unire, l’associazione confindustriale rappresentante le aziende del recupero rifiuti, la quale punta a portare l’Italia ai livelli di altre capitali europee già da tempo impegnate in suddette attività ambientali e dunque convinte ormai da anni del patrimonio esistente sotto ai rifiuti.
Un esempio ne è certamente la Germania, pronta a scavare nelle discariche già bonificate per tentare di recuperare i metalli sepolti, a differenza dell’Italia dove, nonostante sia il terzo paese europeo per dimensione del mercato dei rifiuti urbani, il divario esistente tra regioni del nord e del sud non permette una stima sufficiente del materiale riciclato rispetto a quello gettato in discarica e non utilizzato come invece si dovrebbe.
La differenza esistente tra il nostro paese ed i resto d’Europa sta inoltre nell’ attuale divieto relativo all’apertura delle discariche attuato da quest’ultima, con un minimo di 40 ad un massimo del 70% di materiale riciclato ed il resto bruciato all’interno dei termovalorizzatori.
Riciclare aiuta dunque a produrre vera e propria ricchezza!
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