Salviamo Bankok. Il sovraffollamento e l’eccessiva cementificazione sarebbero le cause del suo inesorabile collasso, portando il suolo argilloso della città ad abbassarsi di circa 10 cm l’anno ed al possibile inabissamento del 90% delle case entro il 2050.
Allo scopo di trovare una soluzione concreta alla situazione, lo studio d’architettura tailandese S+PBA ha creato “Wetropolis”, un prototipo di città strutturalmente diversa dall’attuale Bankok, in quanto sorgerebbe su una foresta di Mangrovie che, essendo una formazione vegetale di piante legnose presenti sui litorali bassi delle coste tropicali, arresterebbero le inondazioni fungendo da barriera e filtrando l’acqua dalle impurità , in maniera tale da consentire la reintroduzione dei crostacei. La novità di Wetropolis consisterebbe però nella presenza di piloni di calcestruzzo atti a reggere moduli d’acciaio climatizzati ed alimentati da pannelli solari collegati tra loro da metrò sopraelevati.
La nuova città avrebbe dunque un minimo impatto sulle acque e mitigherebbe l’emissione di anidride carbonica mediante la flora marina, permettendo la coltivazione dei gamberetti, prodotto locale di enorme diffusione sia all’interno che all’esterno del paese.
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