Cosa scatta nella nostra mente alla vista di una polenta dorata e fumante? Come mai davanti ad una ciotola di fragole ci sentiamo allegri? Certamente le nostre papille gustative sono sollecitate dai profumi e pensiamo già al gusto di ciò che assaporeremo, ma anche la vista riveste un ruolo importante nel nostro accostarci al cibo. E’ l’aspetto dell’alimento la prima cosa che ci colpisce e più che la forma in sé, il colore. I colori che i nostri occhi percepiscono influiscono talmente sulla nostra psiche che le medicine orientali li usano per la cura di molte malattie: la cromoterapia ha un’origine antichissima. Inoltre nessuno di noi si sognerebbe mai di dipingere di rosso le pareti di una camera da letto o peggio ancora di una stanza d’ospedale: non si potrebbe rilassarsi né tantomeno dormire. Il nostro stato d’animo è dunque influenzato dai colori e lo verifichiamo anche nei confronti del cibo. Ai giorni nostri, dove tutto ciò che la natura ci offre è ormai sempre presente nei banchi dei supermercati grazie ai sistemi di approvvigionamento che ci permettono di avere quello che alla nostra latitudine non è di stagione, dobbiamo fare un piccolo sforzo per comprendere come anche la cucina sia legata al ciclo vitale. Asparagi in autunno e porcini sulla tavola di Pasqua ci sembrano comunque (e per fortuna) ancora fuori luogo. Il rosso:è un colore caldo ed eccitante, è il colore del fuoco e del sangue ed i cibi così colorati hanno in genere lo stesso effetto: le carni rosse, il vino, le fragole ma anche rapanelli, pomodori maturi, peperoni danno allegria e (a parte i pomodori) possono essere di difficile digestione e vanno consumati con moderazione. Il verde:è il colore della natura, della vegetazione; è simbolo della forza e della rinascita (sarà per questo che viene utilizzato per i camici delle sale operatorie?). E la tavola di primavera si colora di verde: piselli, fave, asparagi….. Il giallo:è solare, energetico e ricorda l’oro e la ricchezza: quanta polenta, quanta zucca sul povero tavolo dei nostri avi! Il bianco:indica purezza: è la luce, non un colore. I cibi bianchi ci danno l’impressione della solennità (pensate alle torte nuziali) o per contro della semplicità e del rigore, come il riso che è l’unico sostentamento di tante, troppe persone o i pasti dei malati (le tristi diete in bianco). Il blu: E’ il colore del cielo e del mare, simboli di infinito. E’ rilassante e freddo, dona calma e tranquillità. Ma a parte i riflessi dei mirtilli e quelli più decisamente violetti delle melanzane o rossastri delle more mature, sulle nostre tavole non compare.
Il colore dei cibi
30 Gennaio 2015Scritto da Massimiliano Quintiliani
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