La strega, di qualsiasi natura essa sia, nell’immaginario collettivo mangia i bambini invece di metterli al mondo, rimesta ingredienti disgustosi come pipistrelli e lucertole nei suoi paioli, infrangendo così le regole della commestibilità intesa come equilibrio tra prossimità e lontananza.
La strega è dunque, in ambito gastronomico, l’emblema dell’anticucina. Come erano soliti affermare gli inquisitori, “in ogni donna c’è una strega potenziale” e spesso questo è stato sufficiente per mettere al rogo donne innocenti.
Questa idea della donna, subdola e debole alle tentazioni, ha contribuito in maniera preponderante all’esclusione della donna da molte attività sociali, tra le quali alcune pratiche culinarie.
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