La bio-architettura

Uno dei più grandi errori dell’edilizia convenzionale sta nel fatto che fino ad oggi si è cercato di sigillare il più possibile le case e gli appartamenti dall’ambiente esterno, con conseguenze gravi, sia sulla salute di chi si ritrova a vivere all’interno di un ambiente chiuso e sia per l’edificio stesso.
Tutti gli elementi che compongono una casa dovrebbero essere costruiti in modo da permettere loro di “respirare”, proprio come si trattasse di un organismo vivente.

La possibilità di traspirare è importantissima anche per le pareti, a differenza di quanto si è creduto per anni. Infatti la tendenza a sigillare con intonaci e tinte cementizie o al quarzo le pareti verticali degli edifici non fa altro che creare una  pellicola impermeabile che, con il passare degli anni, a causa della pioggia e dell’umidità, è destinata a sbriciolarsi e distaccarsi.
Oggi la bioarchitettura è tesa ad accettare i fenomeni naturali cercando di trovare soluzioni ai problemi degli edifici, compatibili con le esigenze naturali. Ciò a cui bisogna puntare è una casa fatta con materiali naturali, che non danneggino chi ci abita, che non siano pericolosi per chi li produce, per chi li mette in opera e per chi li deve smontare e abbandonare: è questa la casa ecologica.

Fondamentale secondo i principi della bio-architettura è anche l’eliminazione o la riduzione ai minimi termini delle fonti di inquinamento interno, che modificano la qualità dell’aria, producono campi elettromagnetici artificiali o generano emissioni dannose.
Tra i capisaldi della bioarchitettura c’è l’utilizzo di materiali non trattati chimicamente. Ad esempio, sostituire, ove possibile, il pavimento convenzionale con un parquet trattato biologicamente è un toccasana per la casa e i suoi abitanti, in quanto il legno al naturale è un ottimo regolatore della temperatura e dell’umidità.
Per ciò che riguarda, invece, il riscaldamento, l’utilizzo dei termosifoni o dei convettori fa sì che l’aria riscaldata spinga verso l’alto, all’altezza del viso, polveri e microrganismi presenti sul pavimento. Ciò può determinare, nel migliore dei casi, allergie. La bio-architettura, invece, propone un diverso modo di riscaldare la casa, indicando come soluzioni sane e possibili il riscaldamento a parete o a pavimento. Questi sistemi, oltre ad essere più salutari, consentono anche un risparmio energetico, necessitando, per funzionare, di acqua a temperature più basse.
Sempre all’insegna del risparmio energetico si pone il consiglio di utilizzare i pannelli solari per la produzione di energia elettrica e di acqua calda.
La bioarchitettura, in definitiva, si pone all’avanguardia nel superamento dagli eccessi della tecnologia, per la capacità di mostrare che un’architettura amica della natura è anche amica dell’uomo.bio-architettura

Uno dei più grandi errori dell’edilizia convenzionale sta nel fatto che fino ad oggi si è cercato di sigillare il più possibile le case e gli appartamenti dall’ambiente esterno, con conseguenze gravi, sia sulla salute di chi si ritrova a vivere all’interno di un ambiente chiuso e sia per l’edificio stesso.
Tutti gli elementi che compongono una casa dovrebbero essere costruiti in modo da permettere loro di “respirare”, proprio come si trattasse di un organismo vivente.bio-architettura

Uno dei più grandi errori dell’edilizia convenzionale sta nel fatto che fino ad oggi si è cercato di sigillare il più possibile le case e gli appartamenti dall’ambiente esterno, con conseguenze gravi, sia sulla salute di chi si ritrova a vivere all’interno di un ambiente chiuso e sia per l’edificio stesso.
Tutti gli elementi che compongono una casa dovrebbero essere costruiti in modo da permettere loro di “respirare”, proprio come si trattasse di un organismo vivente.

La possibilità di traspirare è importantissima anche per le pareti, a differenza di quanto si è creduto per anni. Infatti la tendenza a sigillare con intonaci e tinte cementizie o al quarzo le pareti verticali degli edifici non fa altro che creare una  pellicola impermeabile che, con il passare degli anni, a causa della pioggia e dell’umidità, è destinata a sbriciolarsi e distaccarsi.
Oggi la bioarchitettura è tesa ad accettare i fenomeni naturali cercando di trovare soluzioni ai problemi degli edifici, compatibili con le esigenze naturali. Ciò a cui bisogna puntare è una casa fatta con materiali naturali, che non danneggino chi ci abita, che non siano pericolosi per chi li produce, per chi li mette in opera e per chi li deve smontare e abbandonare: è questa la casa ecologica.

Fondamentale è anche l’eliminazione o la riduzione ai minimi termini delle fonti di inquinamento interno, che modificano la qualità dell’aria, producono campi elettromagnetici artificiali o generano emissioni dannose.
Tra i capisaldi della bioarchitettura c’è l’utilizzo di materiali non trattati chimicamente. Ad esempio, sostituire, ove possibile, il pavimento convenzionale con un parquet trattato biologicamente è un toccasana per la casa e i suoi abitanti, in quanto il legno al naturale è un ottimo regolatore della temperatura e dell’umidità.
Per ciò che riguarda, invece, il riscaldamento, l’utilizzo dei termosifoni o dei convettori fa sì che l’aria riscaldata spinga verso l’alto, all’altezza del viso, polveri e microrganismi presenti sul pavimento. Ciò può determinare, nel migliore dei casi, allergie. La bioarchitettura, invece, propone un diverso modo di riscaldare la casa, indicando come soluzioni sane e possibili il riscaldamento a parete o a pavimento. Questi sistemi, oltre ad essere più salutari, consentono anche un risparmio energetico, necessitando, per funzionare, di acqua a temperature più basse.
Sempre all’insegna del risparmio energetico si pone il consiglio di utilizzare i pannelli solari per la produzione di energia elettrica e di acqua calda.
La bioarchitettura, in definitiva, si pone all’avanguardia nel superamento dagli eccessi della tecnologia, per la capacità di mostrare che un’architettura amica della natura è anche amica dell’uomo.

La possibilità di traspirare è importantissima anche per le pareti, a differenza di quanto si è creduto per anni. Infatti la tendenza a sigillare con intonaci e tinte cementizie o al quarzo le pareti verticali degli edifici non fa altro che creare una  pellicola impermeabile che, con il passare degli anni, a causa della pioggia e dell’umidità, è destinata a sbriciolarsi e distaccarsi.
Oggi la bioarchitettura è tesa ad accettare i fenomeni naturali cercando di trovare soluzioni ai problemi degli edifici, compatibili con le esigenze naturali. Ciò a cui bisogna puntare è una casa fatta con materiali naturali, che non danneggino chi ci abita, che non siano pericolosi per chi li produce, per chi li mette in opera e per chi li deve smontare e abbandonare: è questa la casa ecologica.

Fondamentale è anche l’eliminazione o la riduzione ai minimi termini delle fonti di inquinamento interno, che modificano la qualità dell’aria, producono campi elettromagnetici artificiali o generano emissioni dannose.
Tra i capisaldi della bioarchitettura c’è l’utilizzo di materiali non trattati chimicamente. Ad esempio, sostituire, ove possibile, il pavimento convenzionale con un parquet trattato biologicamente è un toccasana per la casa e i suoi abitanti, in quanto il legno al naturale è un ottimo regolatore della temperatura e dell’umidità.
Per ciò che riguarda, invece, il riscaldamento, l’utilizzo dei termosifoni o dei convettori fa sì che l’aria riscaldata spinga verso l’alto, all’altezza del viso, polveri e microrganismi presenti sul pavimento. Ciò può determinare, nel migliore dei casi, allergie. La bioarchitettura, invece, propone un diverso modo di riscaldare la casa, indicando come soluzioni sane e possibili il riscaldamento a parete o a pavimento. Questi sistemi, oltre ad essere più salutari, consentono anche un risparmio energetico, necessitando, per funzionare, di acqua a temperature più basse.
Sempre all’insegna del risparmio energetico si pone il consiglio di utilizzare i pannelli solari per la produzione di energia elettrica e di acqua calda.
La bioarchitettura, in definitiva, si pone all’avanguardia nel superamento dagli eccessi della tecnologia, per la capacità di mostrare che un’architettura amica della natura è anche amica dell’uomo.