Ieri 22 marzo 2012, per il 19° anno consecutivo, Onu e Fao hanno celebrato la “Giornata mondiale dell’acqua”, questa volta focalizzatasi soprattutto sul tema relativo ad “Acqua e sicurezza alimentare”.
L’evento ha dedicato una particolare attenzione agli sprechi ed a quelle che saranno le future necessità, prime tra tutte la distribuzione di acqua potabile di cui oggi è privo quasi l’11% della popolazione mondiale.
Ad ogni modo, nonostante ci sia ancora bisogno di consistenti sforzi da parte di tutti, oggi l’ultimo rapporto dell’Unicef-Oms ci rivela il raggiungimento di un piccolo ma grande obiettivo comune: essere riusciti a dimezzare la percentuale di persone senza accesso al consumo di acqua, arrivando a dissetare quasi 6,1 milioni di cittadini nel mondo.
A farci tornare bruscamente alla realtà è l’Università di Bristol, poco d’accordo con i risultati pubblicati dall’Unicef in quanto “troppo ottimistici”: le fonti d’acqua considerate “sicure” in quanto qualitativamente migliorate, non sarebbero ancora prive di rischi per la popolazione che ne ha accesso, a causa di contaminazioni microbiche tutt’oggi possibili.
Il rapporto di Oxfam, inoltre, pone l’accento sul numero attuale di persone, adulti e bambini, che oggi ancora rischiano di morire di fame, un problema che diventa più allarmante se si considera il prossimo aumento della popolazione previsto per il 2050 e che dovrà dunque provvedere ad una maggiore produzione di alimenti meno ricchi d’acqua, grazie ad un intelligente e saggia combinazione di quella irrigata e quella piovana.
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