L’ agricoltura biologica in Italia si sviluppa e cresce a ritmi sempre maggiori: oggi circa oltre 50.000 aziende italiane agricole sono convertite al biologico, con punte di eccellenza in alcune regioni, come la Sicilia e la Sardegna, e seguono le severe normative sia nazionali sia europee che regolamentano il settore.
Ma cos’ è esattamente l’ agricoltura biologica?
Il desiderio di recuperare la millenaria saggezza rurale, unita a conoscenze scientifiche sempre maggiori, hanno creato una metodologia di produzione pulita in armonia con i ritmi e i modi della natura, per la produzione di cibi che conservino le proprietà naturali.
L’ agricoltura biologica deve rispettare i cicli naturali delle coltivazioni e i ritmi naturali di crescita degli animali, con un utilizzo consapevole dei concimi organici e delle tecniche di coltivazione, evitando l’ impatto negativo sull’ ambiente naturale in cui opera come ad esempio lo sfruttamento intensivo del terreno.
L’ agricoltura biologica esclude l’ uso di prodotti chimici di sintesi, pesticidi, fertilizzanti.
Alla difesa delle culture si prevede in via preventiva selezionando specie resistenti alle malattie ed intervenendo con tecniche di coltivazione appropriate. Vale a dire tramite la rotazione delle colture, cioè evitando di coltivare anno dopo anno sullo stesso terreno la stessa pianta si ostacola l’ ambientarsi dei parassiti, e si sfruttano in modo più razionale e meno intensivo le sostanze nutrienti del terreno. E ancora mediante l’ utilizzo di alberi e siepi, che oltre a ricreare il paesaggio danno ospitalità ai predatori naturali di parassiti e fungono da barriera fisica a possibili inquinamenti esterni, e con la consociazione, cioè la coltura in parallelo di piante sgradite l’ una ai parassiti delle altre.
L’ agricoltura biologica usa fertilizzanti naturali e in caso di necessità per la difesa delle colture si interviene con sostanze naturali espressamente autorizzate e dettagliate dal regolamento europeo. Si tratta di sostanze vegetali, animali o minerali, estratti di piante o insetti utili che predano i parassiti.
Per quanto riguarda i sistemi di allevamento i produttori devono porre la massima attenzione al benessere degli animali, verificando che si nutrano di erba e foraggio biologico, che non assumano antibiotici o ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita o la produzione di latte. Inoltre nelle aziende agricole gli spazi devono essere adeguati, in modo che gli animali possano muoversi e pascolare liberamente.
L’ agricoltura biologica è l’ unica forma di agricoltura controllata da leggi europee e nazionali. Il rispetto delle norme e quindi della qualità dei prodotti è garantita al consumatore da un complesso sistema di procedure uniformi in tutta l’ Unione Europea. Tali procedure prevedono che tutti i produttori che affermano di rispettare i metodi biologici siano sottoposti ai controlli di nove organismi riconosciuti, autorizzati e controllati essi stessi dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Il controllo riguarda tutte le fasi del processo di produzione fino all’ immagazzinamento, alla trasformazione e all’ imballaggio, e sono previste ispezioni non preannunciate nelle aziende agricole almeno una volta l’ anno.
Le sanzioni previste in caso di infrazione delle norme vanno dal ritiro immediato del diritto ad utilizzare l’ indicazione di conformità del prodotto al metodo di produzione biologico fino a sanzioni più severe per le infrazioni di maggiore gravità.
Gli agricoltori devono anche tenere una contabilità molto meticolosa e per gli allevatori è previsto l’ obbligo di una registrazione completa delle pratiche in gestione geotecnica utilizzate.
Ma come riconoscere i prodotti biologici?
Per il consumatore la garanzia di un prodotto proveniente da agricoltura biologica è l’ etichetta. Vediamo quali informazioni devono essere sempre presenti nell’ etichetta di un prodotto biologico:
prima di tutto il nome dell’ organismo di controllo autorizzato e il suo codice preceduto dalla sigla IT, poi il codice dell’ azienda controllata, il numero di autorizzazione sia per i prodotti freschi che per quelli trasformati e infine la dicitura “organismo di controllo realizzato con decreto ministeriale”.
Cosa fare invece se invece si acquista un prodotto biologico avariato?
In linea di massima il consumatore deve fare quello che farebbe con qualsiasi altro prodotto: avvertire l’ ASL di zona.
Ricordiamo poi che in tutte le Regioni, presso l’ assessorato delle agricolture sono esposti gli Albi che elencano le colture biologiche presenti nella propria regione. A norma di legge tali Albi sono pubblici, quindi possono essere consultati facilmente da chiunque ne faccia richiesta.
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