A fronte di un ampliamento dell’offerta di mercato nel settore biologico alimentare, è possibile incorrere in situazioni in cui alcune aziende, proprio per fronteggiare tale crescita, non facciano un corretto utilizzo dei mezzi tecnici caratteristici del settore.
Più nello specifico, in Italia la regolamentazione dei mezzi tecnici propri dell’agricoltura biologica non presenta una struttura capillare. Così, anche per quanto riguarda l’utilizzo di fitosanitari, a volte, è possibile che questo assuma una natura “arbitraria”, data l’inesistenza di un ente, pubblico o privato, che certifichi l’utilizzo di un elemento fitosanitario nell’agricoltura biologica, lasciando di fatto all’azienda produttrice facoltà di autocertificazione.
Al fine di tutelare quella che viene percepita dal consumatore come la plusvalenza di questo tipo di agricoltura, ossia l’assenza di tutti quei prodotti di sintesi impiegati nell’agricoltura convenzionale, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica ha istituito un Gruppo di Lavoro, affinché questo possa approntare un elenco, sempre aggiornabile, dei prodotti fitosanitari utilizzabili nell’agricoltura biologica.
Il criterio con cui sono stati selezionati gli elementi in questione è costituito dall’ “intersezione” di due condizioni necessarie: la prima è che il principio attivo deve essere incluso nell’allegato II del Regolamento CE 889/2008; per la seconda, invece, è necessario che, in Italia il prodotto fitosanitario o il suo coadiuvante siano regolarmente autorizzati dal Ministero della Salute, una volta che il principio attivo sia stato valutato a livello europeo ed inserito nella Banca dati ufficiale di tale Ministero.
Il frutto di tale lavoro, si consiste in un lista divisa in tre parti: prodotti fitosanitari utilizzabili nell’agricoltura biologica, prodotti commerciali a base di feromoni, principali microrganismi utili (acari, insetti, nematodi).
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