L’agricoltura biologica, complice la diffusione di determinate mode alimentari, da una parte, e di una maggiore consapevolezza alimentare, dall’altra, ha saputo sempre più conquistare una fetta di mercato consistente, tanto da arrivare a rappresentare una valida alternativa all’agricoltura “tradizionale”
Proprio in virtù della grande diffusione di tale realtà, è interessante riportare alcuni dati, per fotografare lo “stato attuale dell’arte”. Infatti, grazie ai dati diffusi, nel Report annuale del 2013, dalla Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura biologica (IFOAM), coordinatrice del movimento dell’Agricoltura biologica su scala mondiale, volta ad agevolare la collaborazione e lo scambio di esperienze tra i propri membri, è possibile capire qualcosa in più riguardo l’entità della realtà commerciale e non dell’universo biologico. In un primo momento, infatti, è possibile vedere come, ad esempio, nella vendita al dettaglio gli Stati Uniti d’America siano i primi per volume di vendita, registrando un valore di, circa, 22.590 Milioni di Euro. A seguire, in modo decrescente, gli altri quattro Paesi che riportano le vendite più alte sono la Germania (7.040), la Francia (4004), il Canada (2.136) ed il Regno Unito (1.950).
Per quanto riguarda invece i terreni impiegati nella coltivazione di cibo biologico, in prima posizione si può osservare l’Australia con 12 milioni di ettari. A seguire, sempre in ordine decrescente, l’Argentina (3.6), gli Stati Uniti d’America (2.2), la Cina (1.9) e la Spagna (1.6).
Infine, è possibile annoverare quelli che sono i primi cinque paesi con più forza lavoro impiegata nella produzione di cibo biologico al mondo, con riferimento però al 2012. Al primo posto, dunque,l’India, con 600.000 unità. A seguire, si trovano l’Uganda (189.610), il Messico (169.707), la Tanzania (148.610) e l’Etiopia (134.626).
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