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Le verdure sono sicuramente ricche di sostanze nocive; questo dipende anche dalla stagione, dalla modalità di coltivazione e dal tipo di verdura.

Metalli pesanti sono presenti nelle coltivazioni situate vicino a zone trafficate.

Il quantitativo di piombo è spesso molto elevato, sia sulla foglia che nella radice.

Il cadmio è spesso presente anche nei concimi a base di fosfati, i residui di pesticidi sono quasi sempre riscontrabili . bisogna ricordare che durante la cottura, tali sostanze diventano volatili e vengono respirate anche da chi non ingerisce l’alimento. Spesso, come nel caso delle carote, i pesticidi organici clorurati facilmente solubili in grassi vengono sciolti dagli oli essenziali dell’alimento e vi rimangono.

Per fortuna alcuni di essi ora sono vietati.

Nelle verdure coltivate in serra, e sono la maggior parte in inverno, la presenza dei nitriti e dei nitrati è molto alta, specie in verdure a foglia larga ma anche melanzane, cetrioli, porri, rape, sedano.

La frutta non viene risparmiata anzi sappiamo benissimo che contiene altissimi livelli di pesticidi riscontrabili anche nei succhi, ma la quantità maggiore è nella buccia e nel primo strato. Negli imballaggi si usa il bifenile e l’ortofenilfenolo, il tiabenzolo viene usato nel trattamento delle banane e degli agrumi.

Le banane poi vengono fatte maturare con etilene gassoso.

La frutta secca è trattata con anidride solforosa e solfiti, le noci possono contenere aflatossine e così anche le arachidi.

Oli e grassi possono contenere alti quantitativi oltre che di pesticidi organici clorurati e policlorobifenili (PCB), anche di benzopirene e altri idrocarburi policiclici.

A tutto ciò sono da aggiungere gli additivi, i conservanti, i coloranti usati da tutta l’industria alimentare che, come si vede nell’elenco, producono documentati effetti negativi che vanno dalle allergie alla cefalea e fenomeni di irrequietezza specie nei bambini.

Queste sostanze, tutte siglate con un numero e una lettera E, spesso mettono in crisi i trattamenti desensibilizzanti perché sono assunte inconsapevolmente dal paziente che non può risalire dalla sigla al composto.

Ad esempio: E 160, colore rosso ricavato dal peperone è una solanacea come il pomodoro e va evitato nei pazienti sensibili a tali prodotti, ma anche E 163, colore ottenuto dalle vinacce va evitato in pazienti sensibili al vino e al fruttosio: E 260, acido acetico da evitare nelle terapie di riequilibrio intestinale da funghi; E 270, acido lattico ottenuto dal lattosio da evitare in pazienti con intolleranza al latte; i semi guar contraddistinti dalla sigla E 412 sono della famiglia delle leguminose così pure l’E 413 che è gomma adragante non va bene nei pazienti con sensibilità alle leguminose.