Molto spesso le distinzioni dicotomiche tra poveri e ricchi, tra uomini e dei, tra i morti e i vivi sono riuscite a insidiarsi radicalmente nelle pratiche della gastronomia sociale, tanto che alcuni cibi, propri di particolari riti religiosi, non sono prodotti perché particolarmente graditi ai consumatori, ma per caratterizzare un evento che si sta celebrando.
Si fa qui riferimento ad alcuni pani votivi in qualche modo collegati ai santi, che attraverso forme e pratiche di cottura ne rievocano il supplizio e ne sublimano, o ne trasferiscono sul piano dell’immaginario collettivo, la forza guaritrice. Ma non solo: vino rosso, a simbolizzare il sangue di gesù, dolci e biscotti che evocano parti del corpo del santo o della divinità torturati o miracolosi, e tanto altro ancora.
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