A detta delle Nazioni Unite, entro il 2050 il mondo sarà abitato da circa 9 miliardi di persone, delle quali 6 vivranno in città, continuando ad affrontare problemi come traffico, gestione dei rifiuti e dell’energia, usufruendo però di tutta quella serie di servizi che i centri extraurbani non offrono.
La domanda sorge dunque spontanea: in base a quanto detto, meglio complicarsi la vita restando in città o godersi il verde divertendosi di meno in campagna?
Le soluzioni, pur essendo ancora in fase progettuale, ci sono e permetterebbero a noi tutti una più che accettabile via di mezzo, soprattutto se si sfogliano quelli che sono stati i risultati di alcuni studi condotti in America dai fisici Luis Bettencourt e Geoffrey B. West, i quali mostrerebbero quanto l’inquinamento sia molto più presente fuori città che al suo interno, grazie alla presenza di servizi per la popolazione ed alla conseguente minore necessità di spostarsi per lunghe distanze.
Fare di più però, come in tutte le cose, si può: sono infatti molte le proposte che potrebbero fare della nostra città un luogo più vivibile, come ad esempio l’introduzione del “bike sharing”, già presente in diverse città e consistente nell’utilizzo di biciclette pubbliche riconsegnabili in diversi spazi cittadini, o come accade a Stoccolma, di bocchettoni a livello del piano stradale dove gettare i propri rifiuti facendoli viaggiare a 70 km/h sotto terra.
Ulteriore cambiamento risiederebbe nella diversa gestione del riscaldamento nelle case, sostituendo al gasolio il metano ed installando un impianto di cogenerazione dotato di una dinamo che genera elettricità.
Cresce dunque la necessità di riprenderci il nostro spazio, dedicandone di più a zone pedonali e ricche di verde, abbandonando finalmente l’auto in favore di un più sano modo di vivere la nostra città.
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